12 Febbraio 2021

Consulenze fonografiche

di Michele Donati

Tilt

Pino Marino

O’Disc

2020

 

Dal Vocabolario Treccani, il termine “tilt” significa colpo, ribaltamento; il termine viene, altresì, usato nel gergo del flipper allorquando interviene l’interruzione quale conseguenza di una mossa scorretta del giocatore.

Le parole hanno una loro importanza, per cui è parso doveroso partire dal senso e dall’etimologia del vocabolo per inquadrare il disco con il quale il cantautore romano Pino Marino festeggia il ventennale della sua carriera artistica.

In realtà, la definizione di cantautore va stretta a Pino, che vanta esperienze e contaminazioni teatrali, non ultima la realizzazione della colonna sonora per la trasposizione teatrale del film “I soliti ignoti”.

Tornando al disco Tilt, sono 10 le tracce che lo compongono e che fanno del suo ascolto un meraviglioso viaggio musicale, durante il quale la parola stessa (che peraltro dà il titolo all’ultima traccia dell’album), assume un meraviglioso senso di redenzione, di rottura sì, ma verso schemi in realtà insalubri, quasi a voler simboleggiare che per uscire da tempi bui, serva un “guasto” per tornare alla luce, alla riscoperta di valori sani e profondi.

Si ha una sensazione circolare che parte e arriva allo stesso punto (o meglio, come vedremo, posto geografico), e che in qualche modo traccia la circonferenza dell’Universo di Pino Marino, con un ultimo tassello – Tilt appunto – che ripercorre tutte le puntate precedenti andando a unirle, un po’ come avviene con il gioco dei puntini numerici della “Settimana enigmistica”.

Si parte con Calcutta, quadro a tinte fosche della Roma attuale, e più in generale di una società che ha abdicato la qualità e la profondità (“Chi vuol essere lievito sia”), a favore di un vivere (o meglio di un sopravvivere) soporifero e asettico.

Il disco prosegue con una lenta ma costante redenzione, che passa per la presa di consapevolezza quasi serena da risveglio di Pensiero nucleare, all’attenzione ritrovata di Caterina volentieri, barista di un qualsiasi bar che ha una storia, checché ne pensino o ne percepiscano i clienti che si avvicendano al bancone.

La mia velocità tocca, a suo modo, un tema pregnante nei nostri vorticosi tempi, ma è con Maddalena che arriva una sferzata decisiva: siamo di fronte ad un piccolo gioiello, dove si ha modo di ascoltare il punto di vista di un’immagine votiva.

In questa gemma c’è molto dello stile di Pino Marino, e più in generale del suo modo di interpretare la musica e l’arte: dalla condivisione che regala alla bravissima Ginevra Di Marco lo spazio canoro, al punto di vista offerto, sempre collocato in un’angolazione personale e sorprendente per l’ascoltatore.

Si prosegue con Io non sono io, e l’eterna lotta di ciascuno con i propri demoni e il non riconoscersi in ciò che non vorremmo essere e non vorremmo compiere.

Altro capitolo importante è La Statua della Libertà, dove ancora l’autore gioca con il significato delle parole, evidenziando come spesso le cose non sono come appaiono, o come vorrebbero apparire, anche in maniera simbolica e iconica.

Si passa poi da Crepacuore per giungere a Roma bella, regalata alla meravigliosa voce e interpretazione di Tosca.

È una meravigliosa dichiarazione di amore, che riporta a ricordi, immagini, suoni e profumi diametralmente opposti a quelli che all’inizio avevamo ascoltato in Calcutta, e che di fatto chiude magistralmente il cerchio dell’album.

Il degno finale viene lasciato a Tilt, brano che, oltre a dare il titolo all’album, è un brain storming composto da frammenti e schegge di testo, prese da ciascuna delle canzoni ascoltate in precedenza, sapientemente assemblate tra loro.

La voce narrante è quella di Vinicio Marchioni, attore teatrale e cinematografico di grande talento, già interprete del personaggio del Freddo nella serie Romanzo Criminale.

La veste musicale dei brani è parificabile a un abito di alta sartoria, realizzato ricorrendo ad armonie ricercare che attingono alla tradizione cantautorale, e al tempo stesso cucito con azzeccate soluzioni sonore che strizzano l’occhio all’elettronica e al pop.

 

Buon ascolto