21 Maggio 2020

Era meglio se lo chiamavano Decreto Maggio

di Luca Vannoni

Mantenendo le liturgie che contraddistinguono l’attuale Governo, il cui culmine è rappresentato dall’immancabile passerella televisiva, finalmente è approdato in G.U. il c.d. Decreto Rilancio (D.L. 34/2020), provvedimento mammuth composto da 266 articoli, in cui è possibile trovare di tutto, come dimostra l’articolo 96, dedicato a semplificare il noleggio di autovetture, da parte dell’INL, da utilizzare per lo svolgimento dell’attività di vigilanza.

Entrando nel merito dei provvedimenti di nostro interesse, non sono pochi gli interventi discutibili, quasi incomprensibili.

La parabola dell’informativa sindacale per Cigo e Fis COVID-19 si arricchisce ulteriormente di una nuova pagina: introdotta dal D.L. 18/2020, credo inutilmente, visto che si poteva tranquillamente fare riferimento alla disciplina ordinaria prevista dall’articolo 14, D.Lgs. 148/2015, tolta in sede di conversione in Legge e ora reintrodotta per gestire, si spera, l’epilogo dell’emergenza COVID-19. Quale possa essere l’effetto Rilancio che garantisce una mera informativa sindacale rimane un mistero: non credo che i sindacati non siano al corrente di quello che è avvenuto nei mesi passati.

Alla proroga degli ammortizzatori sociali COVID si sono poi accompagnate altre misure di c.d. semplificazione, che, anche in questo caso, sembrano caratterizzarsi per un’eterogenesi dei fini. Le 5 settimane ulteriori di Cigd non passano più dalle Regioni, ma deve essere presentata domanda direttamente all’Inps, creando non poche difficoltà nel gestire la transizione tra 2 diverse procedure.

Ci sarà tempo e modo per approfondire tutto quanto è contenuto nel D.L. 34/2020, ma se, per la piena operatività, sono necessari circa 100 Decreti attuativi e tonnellate di pagine di prassi Inps, non sembra esserci nessuna spinta alla ripartenza, a meno che la si voglia leggere come ricalpestare le stesse impronte.

 

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