20 Novembre 2015

Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico

di Andrea Valiotto

 

I misteri della sinistra. Dall’ideale illuminista al trionfo del capitalismo assoluto

Jean-Claude Michéa

Neri Pozza

Euro – 15,00

Pagine – 128


Questo libro muove da un interrogativo di fondo: coloro che credono ancora nella possibilità di una società libera, ugualitaria e solidale o, in altri termini, in una prospettiva socialista, possono ancora fare affidamento sulla «sinistra»? e definire sé stessi «uomini di sinistra»? La riflessione che ne segue offre una risposta inequivocabile: non possono. Una risposta che, secondo l’autore di queste pagine, non riposa affatto sull’attuale contingenza politica che vede la «sinistra moderna» quasi interamente convertita al liberalismo, ma è inscritta nella data di nascita stessa di tale raggruppamento politico. Il presupposto di questa tesi è naturalmente che socialismo e sinistra non sono, storicamente, la stessa cosa. Né Marx né Engels, ricorda Michéa, hanno mai pensato una sola volta di definirsi «uomini di sinistra». E il movimento socialista si è tenuto, al suo sorgere, così opportunamente lontano dalla sinistra da subirne le più feroci repressioni (in primo luogo quella di Adolphe Thiers contro la Comune di Parigi nel maggio del 1871). Ciò che definiamo «sinistra» ha in realtà, per Michéa, un’altra origine. Un’origine che risale al compromesso che le forze del movimento operaio stipularono a un certo punto della loro storia con i loro vecchi avversari della sinistra parlamentare contro i fautori dell’Ancien Régime (in Francia ciò accade con l’affaire Dreyfus). Compromesso che è il vero atto di nascita della sinistra moderna, il punto di partenza di quel processo che ha condotto alla dissoluzione del socialismo nel cosiddetto «campo del Progresso». Il progetto socialista si definiva, infatti, all’inizio come una critica intransigente del sistema liberale. Un movimento, stando alle parole di Engels, contro l’«atomizzazione del mondo» annunciata dalla modernità capitalista con la sua «decomposizione dell’umanità in monadi ciascuna delle quali ha un principio di vita particolare e uno scopo particolare». Il marchio identitario della sinistra moderna risiede, invece, a partire dalla sua data di nascita, in nient’altro che in una metafisica del Progresso capace di travolgere ogni vincolo comunitario. Una metafisica per la quale qualunque forma di appartenenza o di identità che non sia stata scelta liberamente da un individuo risulta potenzialmente oppressiva e «discriminante». Di qui, la successiva celebrazione (che è oggi dinanzi ai nostri occhi) da parte della sinistra moderna delle virtù del mercato globale senza frontiere e di ogni forma di affrancamento da appartenenze e identità date (comprese quelle sessuali). Di qui, anche, per Michéa, la necessità, per chiunque coltivi ancora una prospettiva socialista e ritenga, con Marx, del tutto irreale questa fede religiosa nella libertà come proprietà privata di un individuo, di considerare la «sinistra» un significante ormai privo di senso.

 

L’anno che si è fermato il mondo

LANNO_CHE_SI__FERMATO_IL_MONDOClaire Furniss

Bompiani

Prezzo – 18

Pagine – 240


Pearl ha sedici anni quando la sua mamma muore all’improvviso. A Pearl e a suo padre restano i ricordi e Rose, una neonata immatura dall’aspetto alieno, confinata per mesi in ospedale. Pearl la odia tanto – per averle portato via la mamma, per aver ribaltato il mondo col suo arrivo – che non riesce nemmeno a pronunciare il suo nome. Per lei è il Ratto e basta. Quando la bambina torna finalmente a casa, Pearl non è pronta ad accoglierla né a occuparsi di lei. È troppo impegnata a rimpiangere la vita che ha perduto e a interrogare la madre – che le compare davanti nei momenti più impensati, divertente, loquace e impossibile com’è sempre stata – nello sforzo di capire l’incomprensibile: come si fa ad andare avanti lo stesso, a ritrovare il gusto per le cose di tutti i giorni, la famiglia, la scuola, gli amici, il presente, con un vuoto così grande scavato dentro? Il racconto intenso e toccante di un anno come nessun altro, l’anno in cui tutto cambia e bisogna reinventarsi un equilibrio nuovo con quello che rimane.

 

Tempesta di neve e profumo di mandorle

TEMPESTA_DI_NEVE_E_PROFUMO_DI_MANDORLECamilla Läckberg               

Marsilio

Prezzo – 16

Pagine – 159


Manca poco meno di una settimana a Natale. Adagiata contro le rocce grigie, con le sue casette di legno ammantate di neve Fjällbacka regala uno spettacolo particolarmente suggestivo, un paesino fiabesco affacciato sul mare di ghiaccio. Martin Molin, collega di Patrik Hedström alla stazione di polizia di Tanumshede, ha raggiunto la fidanzata Lisette sulla vicina isola di Valö per una festa di famiglia. Mentre il vento infuria, durante la cena il vecchio patriarca dall’immensa fortuna muore improvvisamente. Nell’aria si avverte un vago aroma di mandorle amare, e a Martin Molin non resta che cercare di far luce su quella morte misteriosa. Intanto, la violenta tempesta che agita le acque gelide dell’arcipelago non accenna a placarsi, e ogni contatto con la terraferma è interrotto. Sulle orme di Agatha Christie, in occasione dei suoi primi dieci anni di carriera Camilla Läckberg ha dato vita a una serie di racconti che, tema a lei caro, indagano le complesse dinamiche familiari, combinando adorabili scene d’intimità domestica all’inquietudine di oscuri segreti del passato.

 

Il tempo delle iene

IL_TEMPO_DELLE_IENECarlo Lucarelli

Eianudi

Prezzo – 18

Pagine – 208


Ma si può davvero, e cosí in tanti, morire per niente, si chiede, stupefatto, il capitano Colaprico, che indaga con il carabiniere indigeno Ogbà – scrigno di sapienza e ironia – sulla improvvisa epidemia di morti piú che sospette che colpisce la Colonia Eritrea? Certo che è possibile, se quel niente vale molto piú dell’oro, in quella sorta di Far West che è diventata la colonia negli anni subito dopo la sconfitta di Adua, quando l’Italia non sa bene che fare del suo sogno africano. Un sogno che forse cova un incubo sconcertante, e attualissimo piú che mai, ancora oggi. Benvenuti nel tempo delle iene. Tra miraggi di arricchimento e concretissime speculazioni di borsa, sogni d’amore perduti e follie omicide, monelle meravigliose e donne orgogliose vestite di bianco, tra bambine meticce cui è affidato il futuro, reduci dello Yukon e avventurieri bianchi che hanno conosciuto Arthur Rimbaud, la storia si dispiega scintillante, come le anse di un grande fiume sotto il sole africano. E attenti al cafard, l’insetto che ti entra dentro l’anima, e te la divora piano piano.

 

Chiamatemi bomber

CHIAMATEMI_BOMBERBobo Vieri

Rizzoli

Prezzo – 12,99

Pagine – 216


 

Christian Vieri, per tutti Bobo, è stato l’ultimo prototipo di attaccante esplosivo che in campo le dà e le prende – ma soprattutto le dà –, che lotta e vive per il gol. E di gol in carriera ne ha fatti tanti, Bobo, che i primi calci al pallone li dà in Australia, terra della sua infanzia. A quindici anni si trasferisce a Prato per sfondare in Italia: suo nonno vede in lui prima di tutti il cannoniere di domani e si inventa uno speciale incentivo, cinquemila lire per ogni gol segnato. Quando i conti del nonno rischiano di andare in rosso, Bobo è ormai pronto a spiccare il volo. La prima grande occasione è la Juve di Lippi, col quale finisce quasi a pugni nell’intervallo di uno Juve-Atalanta; segue un valzer di clamorosi trasferimenti che lo porta all’Atletico Madrid, alla Lazio, quindi all’Inter di Moratti.  In nerazzurro Bobo vive sei stagioni di gol e polemiche ma anche di grandi amicizie, prime tra tutte quelle con il Fenomeno Ronaldo, con il Chino Recoba e con Gigi Di Biagio.  Unico vero grande amore calcistico di Bobo resta però la Nazionale, dove esordisce grazie a Cesare Maldini, “un secondo papà” che gli affibbia il nomignolo di Cammellone e crede ciecamente “in un ragazzo poco più che maggiorenne e sgraziato che metteva a disposizione generosità e tanta potenza fisica ma poca tecnica”.   Ma Bobo ha sempre fatto parlare di sé anche fuori dal campo per le storie importanti con Elisabetta Canalis e Melissa Satta, per gli innumerevoli flirt, per le feste e le mitiche serate al Pineta di Milano Marittima. E in Chiamatemi Bomber, Bobo si racconta per la prima volta con il suo stile dissacrante e schietto, tra rivelazioni inedite, scherzi e retroscena di spogliatoio, gossip e avventure. E ci spiega che un Bomber lo vedi sì dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia, ma anche perché fa sempre il suo dovere, contro gli avversari così come con le donne…