21 Novembre 2017

Sussurrando

di Elena Valcarenghi

La lettura dell’ordinanza della Corte di Cassazione n. 25905, pubblicata il 31 ottobre 2017, mi ha fatto riflettere.

Il provvedimento ribadisce che “le circolari ministeriali in materia tributaria non sono fonte del diritto e pertanto, non possono imporre al contribuente adempimenti non previsti dalla legge e men che meno istituire cause di revoca della agevolazione fiscale non contenute in una norma di legge”.

Banale, penserete, lo abbiamo studiato tutti. Peccato che il contribuente di turno, titolare di una stazione di servizio, a causa di una circolare si sia visto recuperare imposta non versata per oltre 100.000 euro e sia dovuto arrivare in Cassazione per poter avere conferma di tale ovvietà. In parte quanto contestato era a onore del vero dovuto, ma in minima parte.

Su cosa riflettevo?

Sul fatto che siamo talmente abituati ad adeguarci alle istruzioni, che rischiamo di dimenticare i principi, o almeno questo vale per me.

Certamente è consigliabile seguire le indicazioni, almeno per evitare le aule di Tribunale, se non per spirito di collaborazione, ma quante delle citate indicazioni introducono orpelli che le norme non hanno previsto?

Purtroppo diverse. Per essere onesti, le stesse onerose indicazioni rappresentano anche una necessità a fronte di norme che sembrano scritte da abitanti di altri pianeti, tanto sono talvolta laconiche e impraticabili o fantasiose.

Il punto delle considerazioni è però altro, come detto sopra. Quando preparo un ricorso, ad esempio, tendo a verificare i particolari inseguendo tutta la prassi disponibile, col timore di essermi persa qualche passaggio, piuttosto che concentrarmi sui principi di fondo che, forse, mi potrebbero condurre più velocemente e in sicurezza verso una soluzione positiva.

Ricordate l’azzecca garbugli di manzoniana memoria?

È un’immagine che rende l’idea. In queste situazioni mi piacerebbe avere una preparazione più da principessa del foro, ma non ho ancora avuto modo di dedicarmici, purtroppo.

I principi sono le nostre guide. Nel mare magnum di ciò che dobbiamo conoscere possono illuminare il cammino. Sono in minor numero rispetto al resto, perciò più semplici da ricordare, sono di sovente ripetuti, perciò rimangono impressi, vincolano tutti, giudici inclusi. Al contempo, proprio perché imprescindibili, non ammettono dimenticanze. In breve, meglio poche idee, ma chiare.

Certo, una curiosità mi rimane. La Corte rinvia alla Commissione tributaria regionale anche in merito alle spese e vorrei proprio sapere chi se ne farà carico, perché sì, per e con i principi si arriva in capo al mondo, ma chi paga il conto?

Ed è forse proprio su questo punto che il castello di carte crolla miseramente, visto che spesso per ottenere ragione si è costretti ad aprire i cordoni della borsa ed è ingiusto, a parer mio.

Per concludere, tolgo a voi una curiosità, se tale è.

Perché “Sussurrando”?

Perché non vorrei mai che a qualcuno venisse l’idea di creare norme farcite di istruzioni complesse o di rendere vincolanti le istruzioni per norma. È l’appello per la salvaguardia dei principi cui tanto sono affezionata.

 

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