16 Marzo 2017

Dalla teoria alla pratica

di Elena Valcarenghi

2017 anno di cambiamenti. Ammortizzatori sociali ad esempio, ma anche agevolazioni per le assunzioni, o forse meglio non agevolazioni. Premesso che preferirei un sistema con costi ridotti in via ordinaria a uno con “occasioni” transitorie, perché ciò consentirebbe una programmazione della gestione aziendale sostenibile, come tutti mi adeguo all’esistente. Così ho approfittato della guida agli incentivi all’assunzione e alla creazione d’impresa che l’Anpal ha recentemente aggiornato, per rinfrescare nella mente quali siano le possibili agevolazioni cui i miei clienti possano accedere a fronte di eventuali assunzioni.

A pagina 28 della guida si tratta degli incentivi connessi all’assunzione di persone in esecuzione di pena o di misura di sicurezza detentiva. In estrema sintesi gli incentivi sono di duplice natura: fiscale, con l’attribuzione di un credito d’imposta tra i 300 e i 520 euro mensili, e contributiva, con la riduzione del 95% del carico contributivo complessivamente dovuto. I datori di lavoro interessati sono le cooperative sociali e le imprese pubbliche e private su tutto il territorio nazionale.

Interessante in sé, ma la clientela non mi ha mai avanzato richieste in tal senso, solo fino a ieri, però, quando mi è capitato il caso. Felice per essere stata sul punto grazie al ripasso della guida citata, concordo di stimare i costi per un’eventuale assunzione. Non ho esperienza pregressa, perciò devo assumere informazioni. Effettuo le mie ricerche e non trovo istruzioni Inps su come richiedere la riduzione contributiva o comunque poterne godere. Approfitto del cassetto previdenziale Inps e chiedo lumi. La risposta è un ko, per dirlo con la codifica in uso all’Istituto. Non esistono le istruzioni e, quindi, non è possibile goderne, considerato che vi sono stanziamenti specifici. Devo fidarmi della risposta dell’Inps, ma se qualcuno avesse notizie in direzioni diverse sarei veramente grata se volesse condividerle.

Quindi, esistono norme apposite (in particolare il D.M. 148/2014), istruzioni del Ministero della giustizia e dell’Agenzia delle entrate, ma se assumo, con ciò favorendo il condivisibile scopo di rieducazione e reinserimento sotteso all’agevolazione, non posso usufruire del non trascurabile beneficio contributivo a distanza di quasi 3 anni.

Il cliente è stato gentilissimo, mi ha detto che ne dovranno discutere, ma quale sarà la determinazione finale?

È credibile un sistema non in grado di trasformare buone idee in fatti concreti? Le risorse stanziate che fine fanno? Perché non si è trovato tempo per le istruzioni operative? O sfugge qualcosa a me?

 

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