2 Luglio 2019

L’uso del condizionale presente

di Elena Valcarenghi

Dopo un fine settimana pieno della gioia del Festival del lavoro ci sono ricascata. Seduta alla mia scrivania mi diletto con letture di varia natura, purtroppo non sempre costruttive, e scrivo per liberarmi di pensieri che potrebbero disturbare le mie notti già complicate dal caldo. Arrivo al punto: abilitazione dei consulenti del lavoro alla presentazione delle pratiche di Anf. Il 28 maggio scorso vi avevo già coinvolti in alcune riflessioni sull’argomento, ma devo continuare. In quel blog vi avevo scritto “la questione potrebbe essere risolta”. Ora ho avuto modo di leggere la nota Inps n. 18353 del 17 maggio 2019 all’indirizzo della presidenza del CNO dei consulenti e dell’Inps e mi compiaccio di aver usato un verbo al condizionale.

Nella citata nota, infatti, dopo una ricognizione normativa sulle funzioni dei patronati e dei consulenti del lavoro, emerge come l’ordinamento attribuisca ai primi l’assistenza e la tutela dei lavoratori dipendenti, mentre ai secondi il solo svolgimento nell’interesse dei lavoratori degli adempimenti che la legge assegna ai datori di lavoro. Al contempo, la normativa in materia di assegni familiari prevede che gli stessi siano corrisposti dai datori di lavoro, obbligando i lavoratori a presentare loro un documento comprovante la propria situazione di famiglia. Da ciò l’Inps ricava, dato che le norme sono vigenti, che il Legislatore abbia inteso coinvolgere direttamente i datori di lavoro anche in un’ottica di semplificazione degli adempimenti per i lavoratori. Apprendo, inoltre, con interesse che sia al vaglio del Legislatore un’eventuale integrazione normativa, ma soprattutto che, in funzione delle norme esistenti, l’Inps ritiene possibile una prudente valutazione interpretativa secondo la quale si potrebbe ipotizzare la ricezione e successiva trasmissione delle domande di Anf da parte dei datori di lavoro o dei propri consulenti del lavoro delegati.

È tardi, quindi forse ho esaurito le capacità di ragionamento, ma la mia testa mi traccia insistentemente un quadro di domande:

  • le disposizioni citate nella nota sono tutte preesistenti alla nuova disciplina in materia di richiesta dell’Anf, quindi perché la ricognizione normativa è stata fatta a posteriori?
  • anche senza l’ausilio delle norme, non è palese che per il lavoratore che ritenga di non provvedere in proprio, sia più comodo sbrigare le pratiche in azienda anziché assentarsi dal lavoro per mettersi in coda in qualche ufficio?
  • è vero, siamo nel 2019, ma chi è vicino ai lavoratori può serenamente affermare che, con le debite eccezioni, gli stessi siano perfettamente in grado di provvedere in autonomia al disbrigo di pratiche che, fino a ieri, venivano in larga parte gestite con il supporto dei datori di lavoro?
  • se la circolare parla di intermediari, e ritengo che i consulenti del lavoro lo siano, perché nella nota si deve ricostruire un passaggio diverso e ulteriore per giustificare una possibilità?
  • sul serio, ma mi auguro di aver mal compreso, si attende una modifica normativa su chi possa far da tramite per la richiesta dell’Anf?
  • perché, dopo tutto questo trambusto, la conclusione alla quale l’Inps arriva utilizza un verbo al condizionale?
  • perché, all’alba dell’inizio di luglio, ancora stiamo ancora solo parlando, con la scadenza alle porte e in assenza, ma qui mi fido dei colleghi che sui social se ne lamentano dato che non ho provato di persona, dell’attivazione della procedura per i consulenti del lavoro?
  • perché non riesco a leggere la nota come un’apertura verso la categoria?

Giusto per evitare fraintendimenti, non sono fra quelli che bramano di poter inviare le domande di Anf, solo spero egoisticamente di riuscire a lavorare decentemente e che i lavoratori non debbano confrontarsi con il condizionale, visto che è del loro che si parla.

Se non erro, Seneca già sosteneva che non è vero che abbiamo poco tempo, ma che la verità è che ne perdiamo molto e sapete che vi dico? Ho perso tempo nel leggere la nota al condizionale: “Chi vuole esser lieto, sia, di doman non c’è certezza”.

 

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