16 Settembre 2016

Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico

di Andrea Valiotto

La regina Albemarle

la-regina-albemarle_pcJean Paul Sartre

Il Saggiatore

Prezzo – 21,00

Pagine – 189


Fine estate del 1951. Jean-Paul Sartre, partito «con le mani in tasca e della carta bianca in valigia», inizia il suo viaggio in Italia. Approda a Napoli, città gremita di edifici scarnificati fino al midollo, con i panni appesi ai balconi e ovunque arsura, marmaglia, miseria. Poi si addentra nel cuore di Capri, attraverso una strada selvaggia a serpentina. Ne contempla il paesaggio duro come la roccia e soffice come la vegetazione, una terra nera e fertile che è stata prima africana, poi greca e romana. A Roma, i suoi passi echeggiano nella città vuota, come in una cattedrale deserta. Qui si intrattiene con Carlo Levi, cena con gli amici del Pci, visita il Colosseo. Nelle strade le voci parlano della partita di calcio della Roma, di Coppi che correrà a Lugano, di scioperi in corso o covati sotto la cenere. Sartre si trascina per le vie della capitale, penetra nelle viscere della classicità, i cui resti sono pietra stregata capace ancora di asservire. Infine, a Venezia, sullo sfondo degli affreschi del Tintoretto, fra santi, putti e dogi, si sente rinnovato: la città galleggiante ha l’aura di un sogno, vaporoso e sinistro; è una materia fluida in lotta con le architetture dell’uomo che irretisce e plasma il turista. Definita da Sartre stesso «La nausea della mia maturità», La regina Albemarle è un diario di viaggio che reca poche indicazioni temporali e si abbandona a un tempo mitico e sospeso, accompagnandosi agli scritti consimili di Chateaubriand, Stendhal, Hugo e Gide. Sartre, l’ultimo turista – guidato nella sua riflessione sul Tempo e sulla Contingenza dalla regina Albemarle, immaginaria patrona interiore –, riesce a catturare immagini e atmosfere, e a restituirle in tutta la loro cristallina nitidezza. Attraverso lo stile frammentario, Sartre affida così a queste pagine il suo intimo, universale taccuino interiore e indugia, insieme al lettore, sul segreto e il fascino di un’Italia primigenia e misteriosa.

 

La stanza dei libri

La stanza dei libriGiampiero Mughini

Bompiani

Prezzo – 14,00

Pagine – 168


Per la generazione di Giampiero Mughini, che ha vissuto in prima linea gli anni della contestazione, i libri non erano semplicemente libri: erano l’obiettivo e lo stemma della vita stessa. E nelle biblioteche di quei ragazzi, pareti coperte di policromi dorsi Einaudi, era racchiusa la loro identità. Così è stato per Mughini, che per i libri ha sempre nutrito una passione smodata e che ora rifiuta il sapere liquido che scorre incessantemente sui nostri schermi. Come può una fruizione bulimica di nozioni comunicate a gran velocità e con grandi semplificazioni sostituire il rapporto profondo e riflessivo con testi accuratamente scelti, che vivono per molto tempo tra le nostre mani e che diventano parte di noi?

 

Ti regalerò il mondo

Ti regalerò il mondoMarta Fernández

Mondadori editore

Prezzo – 22,00

Pagine – 384


Leo è un giovane giornalista di talento proiettato verso una carriera di sicuro successo, ma nel suo passato c’è un’ombra, un allontanamento che non ha mai saputo accettare. I suoi genitori sono americani, si sono conosciuti a Berkeley, dove entrambi lavoravano come ricercatori – appassionati ed entusiasti, convinti di poter migliorare il mondo attraverso la scienza e la ragione. Dalla California si sono trasferiti a Madrid ma, dopo la nascita di Leo, il padre ha scelto di ritornare negli Stati Uniti per seguire un importante progetto che richiedeva la sua presenza e non è più tornato a casa. Leo si è sempre sentito tradito e non ha mai voluto né leggere né rispondere alle lettere che il padre periodicamente gli inviava… Tra l’ambizione lavorativa, incoraggiata dal suo capo e mentore Arnau, e i goffi approcci sentimentali con la collega fotografa Alicia, per mettere a tacere il suo dolore Leo s’immerge nella scrittura di un romanzo che solo Arnau ha il piacere e il privilegio di leggere. Una storia che sgorga in maniera dirompente, quasi automatica, ambientata nel Portogallo del XVIII secolo, alla corte dei Braganza. Ne è protagonista Hector de Rossum, un inventore straordinario, un esperto di oggetti meccanici che si è dedicato a opere memorabili come la progettazione dell’immensa e suggestiva biblioteca di Mafra e la cui vita viene a un certo punto sconvolta dalla tragica perdita della figlia, la sua unica, vera fonte di felicità. Per colmare quell’enorme vuoto, Rossum metterà a frutto tutte le sue conoscenze scientifiche e le abilità di costruttore dando forma a Meccanica, un automa perfettamente identico a sua figlia… Con un gioco di specchi davvero sorprendente, la storia personale di Leo e quella fittizia di Rossum si intrecciano per esplorare, con grande originalità, uno dei temi cardine della letteratura, il rapporto padre-figlio, in un romanzo denso di mistero attraversato da un interrogativo enigmatico: fino a che punto ci può salvare l’intelligenza?

 

Un bene al mondo

Un bene al mondoAndrea Bajani

Einaudi

Prezzo – 16,50

Pagine – 144


Viviamo tutti, sempre, nel momento in cui l’infanzia finisce. E non c’è punto piú intenso da cui possa nascere un romanzo. Dentro questa storia ci sono un bambino come tanti, un dolore che l’accompagna come il piú fedele degli amici e una bambina sottile che si prende cura di loro. Ci sono le ferite degli adulti, stretti tra richieste di risarcimento e protezione. C’è soprattutto la scoperta che la fragilità è una ricchezza. Un bene al mondo è un romanzo unico, una storia universale. Dice una cosa semplice, e lo fa con la forza della letteratura: se non nascondi quello che fa male, la vita ti sorprenderà. Un bene al mondo racconta di un paese sotto una montagna, a pochi chilometri da un confine misterioso. Un paese come gli altri: ha poche strade, un passaggio a livello che lo divide, e una ferrovia per pensare di partire. Nel paese c’è una casa. Dentro c’è un bambino che ha un dolore per amico. Lo accompagna a scuola, corre nei boschi insieme a lui, lo scorta fin dove l’infanzia resta indietro. E ci sono una madre e un padre che, come tutti i genitori, sperano che la vita dei figli sia migliore della loro, divisi tra l’istinto a proteggerli e quello opposto, di pretendere da loro una specie di risarcimento. Ma nel paese, soprattutto, c’è una bambina sottile. Vive dall’altra parte della ferrovia, ed è lei che si prende cura del bambino, lei che ne custodisce le parole. È lei che gli fa battere il cuore, che per prima accarezza il suo dolore. Un bene al mondo è una storia d’amore e di crescita di un’intensità e di una poesia travolgenti. È una storia universale, perché racconta quanto può essere preziosa la fragilità se non la rifiutiamo. Basta cercarsi su una mappa, disseminare parole per trovarsi, provare altre strade e magari perdersi di nuovo.

 

Un cuoco costava più di un cavallo – L’avventura dei cuochi nella storia della cucina italiana

Un cuoco costava più di un cavalloCarlo G. Valli

Cierre edizioni

Prezzo – 16,00

Pagine – 248


Qui si parla di cuochi, di cucina, di sapori, di alimenti, di evoluzione del gusto. Il cuoco viene da lontano, fin dall’antichità, dai tempi di Grecia e di Roma. Era, ed è, lo specialista cui si ricorreva per organizzare un banchetto o fare bella figura con gli ospiti. Questo libro è una storia dei cuochi e ne segue l’avventura secolo dopo secolo, fino ai nostri giorni, fra testimonianze, ricette, cronache, aneddoti. Del cuoco professionista conta quel che sa fare e sono i piatti a parlare per lui, insieme ai riconoscimenti o alle critiche dei gastronomi. Ma del cuoco-uomo poco si sa, del suo intimo e del suo modo di essere, girandolone, soldato di ventura, individualista, egocentrico, creativo e insieme curioso, un po’ artista e un po’ psicologo. Egli stesso non si è (quasi) mai raccontato. Fino ad anni recenti, quando è salito nella scala sociale per diventare un protagonista, spesso un imprenditore, un testimone. A lui talvolta si guarda come a chi, in un mondo in rapido cambiamento, è affidato il futuro della cucina, che rappresenta per il nostro paese un punto di eccellenza e di immagine. Con tutte le responsabilità che ne conseguono e richiedono non solo conoscenze merceologiche, abilità, tecnica, ma anche impegno, applicazione, scienza e senso del limite.