22 Aprile 2016

Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico

di Andrea Valiotto

 

L’uomo del futuro

Eraldo Affinati

Mondadori

Prezzo – 18

Pagine – 177


 

A quasi cinquant’anni dalla sua scomparsa don Lorenzo Milani, prete degli ultimi e straordinario italiano, tante volte rievocato ma spesso frainteso, non smette di interrogarci. Eraldo Affinati ne ha raccolto la sfida esistenziale, ancora aperta e drammaticamente incompiuta, ripercorrendo le strade della sua avventura breve e fulminante: Firenze, dove nacque da una ricca e colta famiglia con madre di origine ebraica, frequentò il seminario e morì fra le braccia dei suoi scolari; Milano, luogo della formazione e della fallita vocazione pittorica; Montespertoli, sullo sfondo della Gigliola, la prestigiosa villa padronale; Castiglioncello, sede delle mitiche vacanze estive; San Donato di Calenzano, che vide il giovane viceparroco in azione nella prima scuola popolare da lui fondata; Barbiana, “penitenziario ecclesiastico”, in uno sperduto borgo dell’Appennino toscano, incredibile teatro della sua rivoluzione. Ma in questo libro, frutto di indagini e perlustrazioni appassionate, tese a legittimare la scrittura che ne consegue, non troveremo soltanto la storia dell’uomo con le testimonianze di chi lo frequentò. Affinati ha cercato l’eredità spirituale di don Lorenzo nelle contrade del pianeta dove alcuni educatori isolati, insieme ai loro alunni, senza sapere chi egli fosse, lo trasfigurano ogni giorno: dai maestri di villaggio, che pongono argini allo sfacelo dell’istruzione africana, ai teppisti berlinesi, frantumi della storia europea; dagli adolescenti arabi, frenetici e istintivi, agli italiani di Ellis Island, quando gli immigrati eravamo noi; dalle suore di Pechino e Benares, pronte ad accogliere i più sfortunati, ai piccoli rapinatori messicani, ai renitenti alla leva russi, ai ragazzi di Hiroshima, fino ai preti romani, che sembrano aver dimenticato, per fortuna non tutti, la severa lezione impartita dal priore.

 

la_scuola_cattolica.jpgLa scuola cattolica

Edoardo Albinati

Rizzoli

Prezzo – 22

Pagine – 1294


 

Roma, anni Settanta: un quartiere residenziale, una scuola privata. Sembra che nulla di significativo possa accadere, eppure, per ragioni misteriose, in poco tempo quel rifugio di persone rispettabili viene attraversato da una ventata di follia senza precedenti; appena lasciato il liceo, alcuni ex alunni si scoprono autori di uno dei più clamorosi crimini dell’epoca, il Delitto del Circeo. Edoardo Albinati era un loro compagno di scuola e per quarant’anni ha custodito i segreti di quella “mala educacion”. Ora li racconta guardandoli come si guarda in fondo a un pozzo dove oscilla, misteriosa e deforme, la propria immagine. Da questo spunto prende vita un romanzo, che sbalordisce per l’ampiezza dei temi e la varietà di avventure grandi o minuscole: dalle canzoncine goliardiche ai pensieri più vertiginosi, dalla ricostruzione puntuale di pezzi della storia e della società italiana, alle confessioni che ognuno di noi potrebbe fare qualora gli si chiedesse: “Cosa desideravi davvero, quando eri ragazzo?”. Adolescenza, sesso, religione e violenza; il denaro, l’amicizia, la vendetta; professori mitici, preti, teppisti, piccoli geni e psicopatici, fanciulle enigmatiche e terroristi. Mescolando personaggi veri con figure romanzesche, Albinati costruisce una narrazione che ha il coraggio di affrontare a viso aperto i grandi quesiti della vita e del tempo, e di mostrare il rovescio delle cose.

 

dove-troverete-un-altro-padre-come-il-mio.jpgDove troverete un altro padre come il mio

Rossana Campo

Ponte alle Grazie

Prezzo – 13

Pagine – 149


 

Rossana Campo, ancora una volta senza infingimenti e con lo stile dirompente e “difforme” che caratterizza la sua produzione letteraria, ma mettendosi in gioco forse più che in ogni altro suo libro, racconta qui il rapporto con Renato, il padre amatissimo e difficile scomparso di recente; o meglio con le molteplici figure, spesso contraddittorie, che Renato ha incarnato lungo tutta la sua vorticosa esistenza: il maestro di vita che fin da piccola esorta la figlia a rifuggire ogni forma di condizionamento e ipocrisia, ma anche l’irresponsabile che per niente e nessuno si separerebbe dalla sua amica più fidata: la bottiglia; l’individuo gioviale e irriducibilmente ottimista, ma anche l’attaccabrighe, dominato da una rabbia incontenibile; e ancora lo “zingaro” che non sopporta alcuna imposizione e non riconosce alcuna autorità, il contaballe prodigioso, il casinista indefesso, il terrone orgoglioso in un Nord che lo respinge… in una parola un essere infinitamente vitale e tremendamente fragile. Ne emerge un racconto, magari spudorato, ma proprio per questo di rara autenticità, della parte più profonda di sé.

 

dalle-rovine.jpgDalle rovine

Luciano Funetta

Tunué

Prezzo – 9.90

Pagine – 128


 

Il collezionista di serpenti Rivera, grazie a un video amatoriale, entra in contatto con l’insolita e seducente scena della pornografia d’arte. Questa esplorazione si trasforma ben presto nella discesa in un abisso popolato da figure oscure, tra le quali spicca un argentino a dir poco enigmatico: Alexandre Tapia. Proprio attraverso la frequentazione di Tapia, Rivera scoprirà un universo di abiezioni private e catastrofi collettive, vittime invisibili e carnefici rimasti impuniti.

 

la-strega-di-lenzavacche.jpgLe streghe di Lenzavacche

Simona Lo Iacono

E/o

Prezzo – 15

Pagine – 160


 

Le streghe di Lenzavacche vennero chiamate nel 1600 in Sicilia un gruppo di mogli abbandonate, spose gravide, figlie reiette o semplicemente sfuggite a situazioni di emarginazione, che si riunirono in una casa ai margini dell’abitato e iniziarono a condividere una vera esperienza comunitaria e anche letteraria. Furono però fraintese, bollate come folli, viste come corruttrici e istigatrici del demonio.

 Secoli dopo, durante il fascismo, una strana famiglia composta dal piccolo Felice, sua madre Rosalba e la nonna Tilde, rivendica una misteriosa discendenza da quelle streghe perseguitate. Assieme al giovane maestro Mancuso si batteranno contro l’oscurantismo fascista per far valere i diritti di Felice, bambino sfortunato e vivacissimo.  È il 1938. Ululano le sirene che inneggiano al fascio. A Lenzavacche, minuscolo paese della Sicilia, vivono Felice, un bimbo sfortunato ma vivacissimo, la madre Rosalba e la nonna Tilde. Una famiglia stranissima, di sole donne, frutto di una misteriosa discendenza da streghe perseguitate nel 1600. Felice – che è il frutto di un amore appassionato della madre con un arrotino di passaggio, il Santo –, grazie all’estro e all’originalità dei familiari, riesce a vivere in pienezza nonostante i disagi fisici e l’emarginazione, in un periodo come quello fascista in cui è sommamente esaltato il valore della perfezione fisica. Un bel giorno arriva a Lenzavacche un nuovo maestro elementare. Giovane e innamorato della cultura, fantasioso ma dominato da un dolore lontano, questo maestro, in aperto contrasto con il regime dell’epoca, non accetta i luoghi comuni sull’insegnamento e aiuta anche lui il piccolo Felice. In una Sicilia viziosa, ma pronta a giudicare, carnale e insofferente alla diversità, religiosa e pagana, Felice, sua madre e il maestro Mancuso, amanti della fantasia e dei libri, finiscono per diventare i simboli di una controtendenza dirompente, quella che decide di andare al di là delle apparenze e di scommettere sul valore della pietà umana. La loro parabola finisce allora per somigliare proprio a quella delle streghe, un gruppo di donne vissute a Lenzavacche nel 1600 che decise di vivere in castità e in obbedienza e di riunirsi per fronteggiare eventi difficili della vita, affratellandosi in un vincolo di solidarietà umana.

 

la-reliquia-di-costantinopoli.jpgLa reliquia di Costantinopoli

Paolo Malaguti

Neri Pozza

Prezzo – 18

Pagine – 592


 

1565, Venezia. Il sole non lambisce ancora il camposanto di San Zaccaria, quando il vecchio Giovanni si cala nella tomba del chierico Gregorio Eparco, il suo antico tutore, appena riesumata dai pissegamorti in cambio di tre ducati. Non vuole trafugare la bara di legno marcio o le ossa ricoperte di lanugine e muffa. Sta cercando un libercolo. Un diario «avvolto in una pezza di tela cerata, sigillata da un nastro nero», che lui stesso, cinquant’anni prima, ha nascosto sotto la nuca del maestro, dopo aver giurato di non sfogliarlo né di farne parola con nessuno.  Il giuramento, però, ora può essere infranto, poiché le annotazioni contenute in quell’involucro sono l’unico indizio in grado di condurre ad alcune preziosissime reliquie cristiane andate perdute.  Il diario si apre nel 1452, quando Gregorio – «la barba folta e nera» e un «fisico più da rematore che da mercante» – giunge ad Adrianopoli insieme con il suo socio d’affari, l’ebreo-veneziano Malachia Bassan. La città, strappata a Venezia dagli Ottomani un secolo prima, offre uno spettacolo raccapricciante agli occhi dei due giovani mercanti. Ventotto marinai di una galea da mercado della Serenissima, accusata  di aver disubbidito agli ordini provenienti dalla fortezza di Boghaz-kesen, fatta costruire da Maometto II per controllare il traffico sul Bosforo, sono stati torturati, uccisi e lasciati alla mercé dei cani nelle pubbliche vie. L’intento del giovane Sultano, un ragazzo di diciannove anni magro e pallido, è chiaro: offrire una dimostrazione di forza prima di cingere d’assedio la città che, per i cristiani, è la madre e la guida di tutto il mondo, l’ancella stessa del Padre: Costantinopoli, l’arca di santità che custodisce il maggior numero di reliquie cristiane.  Mentre uno sparuto esercito di genovesi, greci e veneziani tenta di respingere l’assalto dei turchi, Gregorio ha un’idea: recuperare tutti «i frammenti di Paradiso» appartenuti ai santi e disseminati nelle chiese, nei sotterranei e dentro il Grande Palazzo imperiale di Costantinopoli, per salvare in tal modo la Cristianità. Un’idea allettante anche per Malachia Bassan, nella cui mente si affaccia il pensiero che, male che vada,  quelle reliquie così preziose possono pur sempre essere vendute. Così tra imboscate, fughe ed enigmi, i due giovani mercanti si accingono all’impresa Con una documentazione sterminata capace di riprodurre fedelmente l’architettura di Costantinopoli cinta d’assedio dagli Ottomani e le strategie militari, le lingue, i culti e i costumi dell’epoca, Paolo Malaguti scrive un romanzo d’avventura dall’inarrestabile tensione narrativa. E ci consegna due protagonisti memorabili, figli del XV secolo: il saggio e ossequioso chierico Gregorio e l’imprevedibile ebreo Malachia.