7 Giugno 2016

Fsba bloccato al via

di Elena Valcarenghi

 

 

Il Fondo di solidarietà bilaterale alternativo per l’artigianato, per poter erogare le prestazioni, deve attendere l’entrata in vigore del decreto ministeriale che determina i criteri per la sostenibilità finanziaria, i requisiti di professionalità e onorabilità dei soggetti preposti alla gestione, i criteri e i requisiti per la contabilità, le modalità del controllo sulla corretta gestione e di monitoraggio sull’andamento delle prestazioni. Questa, in sintesi, la risposta fornita al Fsba dal Ministero del Lavoro, con la nota n.10984 del 18 maggio scorso. Aziende e lavoratori attendono, e non è la prima volta, di avvalersi delle prestazioni pur avendo già iniziato a versare la contribuzione.

Con accordo del 10 dicembre 2015 il Fondo era stato adeguato alle previsioni del D.Lgs. n.148/15, ma il Ministero del Lavoro aveva ritenuto scorretto il criterio di calcolo per la contribuzione, basato sull’imponibile previdenziale medio del comparto, chiedendo che l’imponibile fosse quello di ciascun lavoratore. L’indirizzo ministeriale è stato accolto. L’Ebna, il 19 gennaio 2016, ha deliberato che dal 1° gennaio 2016, per le imprese alle quali non si applicano i trattamenti di integrazione salariale del Titolo I, D.Lgs. n.148/15, i contributi dovuti per ogni lavoratore sono pari a € 7,65 al mese per 12 mensilità per Ebna più lo 0,45% per Fsba a carico dei datori di lavoro (da aumentarsi dello 0,15% a carico dei lavoratori dal 1° luglio 2016 o dalla data di effettiva operatività del Fsba, se antecedente). Le imprese alle quali si applicano i trattamenti di integrazione salariale continuano invece a versare € 125,00 annui.

Associazioni artigiane e organizzazioni sindacali venete hanno sottoscritto il 19 maggio scorso un documento comune sul Fsba, esprimendo grande preoccupazione per il ritardo nella sua operatività, considerato che, oltre alla definizione del regolamento, mancano anche la messa a punto della parte informatica e le istruzioni Inps. Le parti, che hanno disciplinato in via temporanea le procedure per accedere alle prestazioni, evidenziano l’agire virtuoso delle imprese che, oltre a Fsba, versano per la bilateralità e ritengono non giuridicamente sostenibile la posizione di Ebna, che vuole il versamento per le due causali “unico ed obbligatorio”, immaginando contenziosi. Ritenendo che i ritardi non possano precludere l’avvio delle prestazioni, è proposto, in presenza di richieste già avanzate, l’utilizzo attraverso Ebav delle risorse 2014 del conto regionale Fsba ancora disponibili.

Quale la morale?

Per decenni si è attesa la riforma degli ammortizzatori sociali e, nel giro di due anni (2012 legge Fornero e 2014 Jobs Act), vi si è messo mano senza che, nel 2016, si sia ancora al dunque e già progettando ulteriori modifiche. Pur apprezzando le intenzioni e le azioni, non posso dimenticare che tutto questo elaborare coinvolge persone in carne e ossa con bisogni non sempre dilazionabili senza conseguenze negative. Sarebbe forse saggio, talvolta, ottenere la piena funzionalità del nuovo prima di sostituire il vecchio, ma, scomodando Eschilo, “Il più saggio dei saggi può errare” … così attendo fiduciosa nelle parole dei grandi.