1 Giugno 2017

Il ritorno dei voucher

di Elena Valcarenghi

Come l’araba fenice, ricompaiono i voucher all’orizzonte. Si ha infatti notizia dell’approvazione, avvenuta il 27 maggio scorso da parte della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, di un emendamento al D.L. 50/2017, che, pur sotto nuova veste, riporta alla luce le prestazioni di tipo accessorio. Pare oltretutto che il Governo ponga la fiducia sul provvedimento.

Ne sono state immaginate 2 diverse tipologie in relazione agli utilizzatori famiglie piuttosto che imprese. Nella definizione dell’istituto sono presenti i limiti economici riferiti sia al prestatore di lavoro nei confronti della totalità dei committenti, sia al prestatore di lavoro nei confronti del medesimo committente, sia per ogni committente con riferimento alla totalità dei prestatori di lavoro. Sono introdotte tutele connesse ai riposi giornaliero e settimanale e alle pause. I compensi restano esenti da imposizione fiscale, non precludono lo status di disoccupato e valgono ai fini del rilascio del permesso di soggiorno. Sono introdotti divieti di utilizzo per chi era dipendente o co.co.co. dell’impresa negli ultimi 6 mesi, così come per le aziende con più di 5 lavoratori subordinati a tempo indeterminato. Regole particolari sono previste per il settore agricolo e per i percettori di prestazioni integrative di salario o di sostegno al reddito. Sono esclusi anche settori a rischio quali, ad esempio, quello edile, così come gli appalti. Ricompare la piattaforma Inps, così come l’obbligo di comunicazione di utilizzo. Le famiglie avranno il libretto di famiglia, da poter utilizzare per piccoli lavori domestici, compresi i lavori di giardinaggio, di pulizia o di manutenzione, l’assistenza domiciliare ai bambini e agli anziani, ammalati o con disabilità, lezioni private, così come per ricevere il contributo per i servizi di baby sitting o per far fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati. La contribuzione sarà a totale carico del committente. Sono previste sanzioni economiche, così come la conversione del rapporto in lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato in caso di superamento da parte del committente dei limiti economici, ma anche in caso di utilizzo per più di 280 ore annue di prestazione.

Al di là della regolamentazione più o meno nuova, resta il fatto che tale situazione sembra uno scherzo, peraltro in qualche modo preannunciato e quindi privo di ogni aspetto ludico. Indetto il referendum si corre ai ripari con la frettolosa eliminazione dei voucher, per poi riproporli con altrettanta rapidità nemmeno poi tanto camuffati.

Non si poteva solo modificare la norma? Cosa spaventava del referendum? Cosa si immagina di poter risolvere con questo ping-pong di posizioni rispetto al medesimo istituto prima causa di ogni male e ora riabilitato? Qualcuno al timone c’è? Qualcuno che immagini un sistema di tutele, ma anche di contenuti realizzabili e coerenti e, se proprio vogliamo esagerare, anche un poco stabili? Può la nave Italia essere spinta dai venti senza controllo? La sfida è a chi arriva prima o meglio? O forse solo a chi arriva?

Non me lo so spiegare, ma riflettendo sulla vicenda mi ricordo una poesia, L’infinito di Giacomo Leopardi, un viaggio in una dimensione immaginaria e dai contorni indeterminati, “così tra questa Immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare”.

 

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