13 Novembre 2025

La CGUE conferma la validità di gran parte della Direttiva sui salari minimi

di Redazione Scarica in PDF

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con sentenza relativa alla causa C-19/23 dell’11 novembre 2025, ha confermato la validità di gran parte della Direttiva sui salari minimi adeguati nell’UE, ma ha annullato la disposizione che elenca i criteri che gli Stati membri in cui sono previsti salari minimi legali devono obbligatoriamente prendere in considerazione al momento della determinazione e dell’aggiornamento di tali salari, nonché la norma che ne impedisce la riduzione quando tali salari sono soggetti a indicizzazione automatica, in quanto considerate un’ingerenza diretta nelle competenze nazionali in materia retributiva.

La Danimarca ha adito la Corte di Giustizia chiedendo l’annullamento integrale della Direttiva, ritenendo, tra l’altro, che pregiudichi la ripartizione delle competenze tra l’Unione e gli Stati membri, in quanto comporterebbe un’ingerenza diretta nella determinazione delle retribuzioni all’interno dell’Unione e nel diritto di associazione, che, secondo i trattati, rientrerebbero nella competenza nazionale.

La Corte respinge il ricorso della Danimarca, confermandone la validità della maggior parte della Direttiva in questione, individuando un’ingerenza diretta solo in 2 disposizioni della Direttiva rivolte agli Stati membri in cui sono previsti salari minimi legali e riguardanti la determinazione o l’aggiornamento di tali salari.

Pertanto, la Corte conclude che la Direttiva non comporta alcuna ingerenza diretta del diritto dell’Unione nel diritto di associazione. Essa giunge, in particolare, a tale conclusione per quanto riguarda la disposizione della Direttiva dedicata alla «Promozione della contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari», con la motivazione che, tra l’altro, tale disposizione non obbliga gli Stati membri a imporre l’adesione di un maggior numero di lavoratori a un’organizzazione sindacale. La Corte respinge anche il motivo di ricorso della Danimarca, secondo il quale la Direttiva sarebbe stata adottata su una base giuridica errata.

Contenzioso previdenziale