23 Giugno 2023

Plastica, dall’inquinamento alle soluzioni

di Sabrina Lorenzoni - BioEcologa Green Blogger Scarica in PDF

Dall’inquinamento da plastica, alle sue soluzioni, attraverso la scienza. Queste tre frasi riassumono il tema proposto dalle Nazioni Unite per la Giornata Mondiale dell’Ambiente 2023, celebrata lo scorso cinque giugno.

Di plastica e microplastica è pieno il mondo. Ormai questo materiale si trova ovunque: dall’Everest ai ghiacciai, così come nel corpo umano. Trovare soluzioni all’inquinamento da plastica, grazie all’aiuto della scienza e delle innovazioni, è fondamentale. Sul sito ufficiale mondiale, World Environment Day, la campagna di quest’anno invita a trovare soluzioni con estrema urgenza. 

I dati forniti dallo stesso sito sono allarmanti: 

  • ogni anno sono prodotte più di 400 milioni di tonnellate di plastica, metà delle quali sono monouso, ovvero progettate e realizzate per essere utilizzate un’unica volta e poi gettate; 
  • meno del 10% della plastica mondiale viene riciclato;
  • circa 19-23 milioni di tonnellate di plastica finiscono ogni anno nell’ambiente, in particolare nei laghi, nei fiumi e nei mari.

La plastica è un materiale praticamente indistruttibile che non rientra in nessun modo a far parte del ciclo della natura. Sappiamo che la plastica nell’ambiente si spezzetta e forma le microplastiche, particelle con un diametro compreso tra i 5 millimetri e i 330 micron. 

Anche le microplastiche sono ovunque. Galleggiano nei fiumi, nei mari e negli oceani, sono nell’aria che respiriamo, nell’acqua e nel cibo dei quali ci nutriamo. Come ci dice il sito World Environment Day, secondo alcune stime, ogni persona ingerisce più di cinquantamila particelle di plastica l’anno: un serio problema per la salute. Gli studi sono in corso, perciò i risultati si avranno tra alcuni anni o decenni e sarà comunque troppo tardi.

Per diminuire la plastica prodotta e immessa nell’ambiente si sta facendo molto. Ogni soluzione attuale è importante, a partire dal corretto recupero, smaltimento e riutilizzo per dare nuova vita alla plastica ed evitare di produrne di nuova. Anche perché la plastica è un derivato del petrolio, combustibile fossile che dovremmo lasciare il più possibile al centro della Terra. Inoltre, ogni volta che produco nuova plastica o riciclo e lavoro quella raccolta, consumo energia e materie prime naturali che non sono inesauribili.

Trovare soluzioni basate sulla scienza e sulla natura, utilizzare materiali come il vetro, trovare sostituti naturali è una buona strada. Ma anche e soprattutto evitare consumi inutili e non necessari. Se per molti utilizzi della plastica abbiamo trovato e stiamo trovando interessanti soluzioni, c’è un utilizzo del quale sembra non riusciamo a fare a meno: i palloncini.

Non c’è festa di compleanno né matrimonio o funerale che non si veda in un video senza il lancio dei palloncini. Sarà che non siamo abbastanza informati come comunità, sarà che a volte si tratta di aziende che dovrebbero sapere quello che fanno, fatto sta che questa abitudine non riusciamo a togliercela. 

Il palloncino di plastica, col suo cordino o con la sua asticella in plastica, gonfiato ad elio, è una somma di inquinanti e pericoli per la terra e il mare e per gli animali che incontra lungo la sua strada. Pensiamoci: è davvero necessario lanciare in aria centinaia o migliaia di palloncini inquinanti? Possiamo trovare un’alternativa più bella ed ecologica per fare festa?

Intanto se vuoi approfondire il discorso dell’inquinamento da plastica e microplastica, trovi numerosi articoli sul blog LeROSA. 

LeRosa – cosa-sono-le-microplastiche